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Diversità

Mi preoccupavo dell'aspetto altrui,
ma, stolta, non vedevo che il mio corpo
si deformava giorno dopo giorno.
Ad ogni rumore, disgraziata sorte,
il mal di vivere emergeva incorruttibile.
Lasciava posto solo all'emicrania.
Gli occhi mi furono cattivi consiglieri,
come un vetro appannato, attraverso il quale
non si riesce a distinguere il reale dall'irreale.
Ero prigioniera del vivere.
Dentro ero una stanza vuota, come un profumo,
delicato, ma dal destino infame, che si
disperde nel vento, e nessuno che lo senta,
lo ammiri, avverti la sua presenza.
Una vita inutile.
La legge vuole che per sopravvivere ci si debba
scannare a vicenda. Bisogna emergere, primeggiare.
Preferirei, allora, appartenere alla categoria
dei diversi, consapevole del fatto che ognuno é
il portone di un abisso misterioso,
in fondo al quale giace, solitaria e triste,
una rosa legata ad un filo di seta.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 16/05/2011 10:33
    È la realtà della vita, cara Luana! Il mondo è pieno di gente che pensa e penserà sempre e solo al proprio tornaconto, ma in tutto quel marciume, una luce esiste sempre. Fioca, forse, ma non meno presente. Essere diversi non vuol necessariamente dire essere isolati. Da qualche parte, lì nel profondo, qualcuno come noi c'è. Bellissima poesia. Mi ha trasmesso tanto.
  • denny red. il 26/04/2011 02:24
    Mi preoccupavo...
    ad ogni rumore..
    gli occhi..
    ero prigioniera...
    La legge vuole...
    preferirei...
    .. una rosa legata
    ad un filo di seta.
    Bella!!! ottima Chiusa Bei versi!!
    Brava!! Luana


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