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Il bambino e la strega

Giorni di primavera
con le labbra tue di fumo ancora orfane.
Tu a voltare pagina
mentre io a comprarne un libro.
A te col cuore mio...
che di notti di passioni
se potesse parlarebbe
tutti i giorni per allora.
Chiedesti di capirti
mentre a me l'anima aprivi.
Chiedesti quel futuro
che soltanto il tuo passato a nudo
avrebbe garantito.

Spiriti bollenti e lacrime versate...
intere giornate a scorprirci
carnefici e vittime l'uno dell'altra.
Uso e costume mio
perder me stesso
dentro gli occhi tuoi oratori.
Lontani ma vicini...
come il nobil firmamento
e la terra più modesta,
della luna il calar
e il levarsi del sole,
del vuoto il bianco
e il nero del nulla.

Resta! Nelle notti i pensieri a cullarmi.
Resta! Nei giorni le azioni a guidarmi.
Resta! Come prima non più è la mia vita...
e il passato a sparire in un solo bagliore.

Primavera come tante all'alba...
notte in riva al mare...
e il bambino d'una strega
si prese ad incantare.

 

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