Respiro ancora il fumo
della tua sigaretta
accesa troppo presto
e mai più spenta
se non dal fiume che ti ingoiò
La strada come un altopiano
e i nostri sogni a perdifiato
a correrci su e giù;
aggrappato allo steccato
di una casa che sembrava troppo grande
per due mocciosi come noi
ascoltavo i tuoi discorsi da grande
senza mai stancarmi
e immaginavo come sarebbe stato
il mondo lontano da qui
la tua camicia a scacchi
aveva ogni giorno uno strappo in più
come i graffi sul tuo cuore:
goccia a goccia si scioglieva
fino a non averne
e la brillantina dai capelli
in pallidi rigagnoli
attraversava il tuo viso d'angelo
nelle afose giornate d'estate
già al fiume con Tom, Terry e Buck
fino nel cuore del tramonto ed anche più giù
ti trovavo sempre lì
quando fuggivi in lacrime
dalla finestra di casa tua
lontano dalle urla di un uomo
che l'alcol deformava nel buio della sera
straziando il silenzio
oltre le cime delle querce e fin sulle stelle
troppo lontane viste da quaggiù.
Il fiume era tua madre e tuo padre
la tua famiglia e il sentiero che portava
lontano dai nostri campi
e dai recinti che segnano e sgorbiano
il limitare dello sguardo
nascondendo il mondo e le mille vite al di là
nel fiume ti sei nascosto,
per sempre,
da quel mondo e dal nostro
che ho deciso - alla fine - di sfidare
come mi avevi ordinato tu.