Butterò il bastone
che ora mi sorregge.
Ancora incerto il passo
nel cammino
che verso te mi conduce
mio Amore.
Zoppa e cieca
mi ha reso la delusione
più non trovo la via...
Ma un giorno
verrò a cercarti
sospinta dall'eco
di un gabbiano solitario
in cerca di scogliere
per nidificare
e deporre nuove uova.
Per te
intonerò le corde del violino
e sarà rapsodia
in trilli argentini
a riempire
l'aria d'allegria
come il canto all'alba
degli usignoli
sopra i rovi fioriti.
Raccoglierò
le grida disperate della notte
ed i venti del dolore
sigillandoli nel vaso di Pandora
così che amandoci
altro non temeremo.
Sarà carezza lieve
di zefiro
la nostra primavera.