È un piacere vedere quei bimbi, ormai di varia etnia,
prendere con entusiasmo un alberello e
per piantarlo in terra, correr di corsa via,
gli alberi pur muti, sembran parlar, con rami e foglie
e, dicono grazie molte, a quei liberi piantatori, pieni di
vivaci voglie.
Con gli stessi vocali strumenti, si includono, nel grazie tante,
i vostri docenti, che di sicuro vi hanno insegnato,
quanto bene porta a tutti, ogni albero da voi piantato.
Siamo inoltre certi che questi alberi produrranno, fiori e frutti
e se saranno mangerecci, noi vedremo, con piacere e senza duoli,
nutrirsi, sia uomini, ed animali, nonché tutti i lor figlioli.
Un giorno da venire, quei figlioletti, già cresciuti e della vita non ignari,
diranno ai loro ragazzi, che questi alberi ormai
grandi, sono stati da loro piantati, quando erano scolari.
Quindi anche oggi, ogni giovane può dire, anch' io lo voglio,
perché curare le piante risana l'atmosfera e ci riempie il cuor di orgoglio.
La memoria mi fa il favor di ricordare, che nei primi anni 50
è stato rimboschito il colle bionese di San Bernardo,
dove alberi di varia specie, hanno abbellito la montagnola,
che ora, in autunno, sembra una serie di dipinti, su di una parete sola.
Infatti su quell'area pendente noti: il prezioso bianco spino,
i vari tipi di abete, il larice e tutte le altre qualità di pino,
dal comune silvestro e mugo, al più raro pino nero.
Inoltre ricordiamo i sorbi tutti mangerecci, per uomini,
o animali, sia volatili e non tali, che si nutrono di quei
frutti, perchè sono saporiti e nutrienti, ed alla fin di
ogni mangiata
qualcuno, si farà una gradita pulizia, e così quel che resta
del buon frutto consumato
verrà, con ragione o per istinto non sciupato.
Qui interrompiamo l'elencazione degli alberi, pur sapendo che
da conoscere e nominare c'è ne sarebbero ancora, tanti, e tanti
Non possiam però scordare il fiore elleboro, detto anche bucaneve,
perché
in barba, a chi ha timor del gelo, vince il natural freddo invernale,
non gli importa che una mano od una zampa, gli accarezzi corollao
o stelo, cresce anche fuor di un riparo, brilla forza e resistenza, lui
vuol esser sol guardato
e non certo anche brucato.
Ora concludiamo la giornata, interrando le ultime piantine e,
che il tiepido sole di primavera, smuova la loro linfa naturale,
dando inizio pure in questo sito, ad un nuovo anno,
di vita vegetale.