se guardo in fondo a quel ruscello
riesco ad intravedere i raggi del sole, dio, riflesso di diamante.
lo so, quelli non sono solo degli innoqui occhi,
quelli sono la materializzazione dell'aura
più malinconicamente dolce che io abbia mai disturbato.
a poco a poco che si fanno piccoli, io ci entro
e sono indignitosamente un'anima vagante
senza mèta nè orizzonti dentro di te.
nessuno e niente può sentirmi nè aiutarmi;
inebriata dalla meraviglia o dalla silenziosa delusione scorgo mappe e bussole appannate, cancellate istantaneamente da un tuo sguardo ancora.