Trascino il Mio essere
in albe buie,
giorni di malessere.
Le notti poi,
nel riflesso di un falò,
vendo l'Anima al maligno,
il corpo a chi ne ha voglia.
Come una bestia in gabbia
calpesto le mie orme,
isterico avanti e indietro
in un viottolo di campagna
a ridosso della Provinciale.
Minigonna attillata,
trasparente maglietta,
postura in volgare offerta,
tette senza regipetto.
Nel viottolo del sesso
accendo la fantasia
a vecchi depravati
dal fiato puzzolente
e portafoglio gonfio.
Supina,
nelle alcove improvvisate,
mastico gomma Americana
a cosce divaricate.
La Luna,
dal chiarore spettrale,
compagna
del mio sguardo perso
tra cespugli
di preservativi e clinek.