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Vento

Scivolo piano piano
come pioggia sporca da un ramo,
scivolo lungo le strade
coprendo orme di piede,
rubo con gli occhi
brandelli di vita
dalle finestre lucenti.
Supero ogni momento
e mi perdo travolto
dallo sgomento.
Sono e non sono in un frammento,
aleggio e riecheggio solitario
immerso nel verde di un immenso prato,
la mia voce il fruscio degli alberi,
i miei regali petali di fiori.
Canto disperato,
cerco chi possa rendermi sfumato:
l'estate mi impregnerà di calore,
l'inverno come l'inferno,
farà di me una spada affilata,
pungente e spietata.
Ma passerò distratto
portando nel cuore
il mio eterno dolore
per un invisibile colore.
Chiamatemi vento
e ascoltate in silenzio
l'eco del mio lamento.

 

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4 commenti:

  • Maurizio Cortese il 21/06/2011 10:54
    Bella personificazione del vento, soprattutto nel passaggio in cui esso lamenta l'invisibilità di colore.
  • Ada Piras il 20/06/2011 22:37
    Molto molto bella
  • Anonimo il 20/06/2011 19:24
    Al vento io regalo i colori antichi... è facile per lui accettarli... sempre più polveri da tenere come ricordi!
    Piaciutissima Giuliano!!!
  • Alessia Torres il 20/06/2011 15:45
    Poesia particolare e dal tono solenne! Mi è piaciuta.

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