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Reza Hoda Saber

Quel che posso :
è di non ingerire
ciò che entra in me a darmi vita
Questa poca saliva ora urli
e di suoni riecheggi in richiamo.
Impotente davanti alle armi
innalzo a mio scudo la fame
quale ultima condanna al mio mondo
di vili e corvidi umani.
E possano questi reni svuotati
questo lieve pulsar delle vene
aggiungersi all'indignazione per l'uomo
che si adopra a sopraffar altro uomo.
Non muore la fame e la sete
e il corpo si spegne per sempre
sigillo il mio urlo alla vita
risuoni la mia libertà

 

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1 commenti:

  • Giacomo Scimonelli il 26/06/2011 13:27
    considerazioni e pensieri apprezzati e condivisibili... Poesia ben stilata... piaciuta

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