In mezzo al cloro ostile,
riemergo saettando
impotente
i metri mancati.
Reiterato tentativo
screzia il mio volto
franco con stemma
del fallimento.
Stavolta fermo
fisso la meta,
scherno malcelato,
mentre sommersi pensier
affogano il chiacchericcio
circostante nell'unico
oceano da sfidare.
La calma riempie
i respiri nel buio
degli occhi.
Balzano le gambe
torpide e le braccia
solcano regolari.
Il dolore ricompare
dilatando gli istanti
in mille aghi
conficcati nel sangue;
ma la vista del bordo
avvolto nella fitta lacerante,
scatena
l'inaudita speranza
nei muscoli sovrumani
tendendo la mano
volitiva a toccar la sponda.
Implodon nel petto
mille incendi d'orgoglio.
Smisurato è rinnovar
l'emozione sconosciuta
di superare in se
il più potente nemico.