Turbolento,
vivo fuoco
tutt'intorno
di vita
inesorabile fluire,
così
soffia, s'impiglia in foglie
il vento frondose,
frusciando ondose trecce,
e nell'aria il gioco
riprende.
E io
atomo polveroso,
affanno inerte,
in immobile fila
d'immergermi attendo.
Sta a me, ma indugio.
Di carta son le mie foglie,
solo
tra sordi sordo grido.
Un sussulto:
la porta si apre,
un carneval dipinto,
libero
il battito d'audaci ali.
Potrò restarmene qui,
poeta in sogno,
ad inseguire fantastiche
d'avventure un
folle volo?
No,
alfin mi desto.
E debolmente
aprendo gli occhi,
mascherato prigioniero,
miro sfiorito
l'appena sfiorato
infinito.