Eccolo,
seduto sulle ombre mangiatrici di ruggine,
e il vento che gli sbuffa nel cuore,
cadavere che nulla più può fare.
Eccolo,
brillante di nebbia,
orgoglio della sua vita é la sua morte,
lieta primizia di un futuro ancora dormiente.
Eccolo,
con la fiamma e col fulmine,
scrivere l'esistenza di un disgraziato
come lui.
Il silenzio gli farà da maestro,
ma la sua mano sarà il pugnale.