Poeta rozzo son io, ma delicato,
comune, a volte dozzinale
talora insigne e riservato.
Da fredda allegoria passo ad agitare
sensi animosi e vanitosi istinti,
ma resto umile figlio riverente,
originale come galleria di vita,
di vizi e virtù bella signora.
Carico d'anni, che nessun ripaga,
il mio verso schiudo poco a poco
dove il guardo indifferente vaga
e faccio dell'acqua neve e fuoco.
Con l'ultima energia a me rimasta
canto la pietà ed urlo il pianto
e musico il ciel che mi sovrasta.
Intanto, difetto del mondo,
sfuma quest'uomo e si consuma
a trar nel proprio cuore dal profondo
cronaca e storia, non per vanagloria,
ma ché non vada persa la mia scoria.