Gelido il marmo, grige le volte,
alte le colonne, che ad esse danno sostegno.
Non temere il freddo mio respiro,
apri i tuoi occhi, e ridammi amor,
quei baci che io ti ho dato,
e fa che con quei baci io ne muoia.
Stammi vicino, e meno triste sarà il commiato.
Oh! Come m'è dolce amor, l'accarezzar della tua mano,
qual goia per l'anima mia,
che già in lontana luce par che sia.
Odi del vento il lamentoso pianto,
e di esso l'invernale freddo,
ascolta della nebbia il suo frusciare,
il cielo si è oscurato sopra di noi.
Or non v'è più stelle, ed or non v'è più luna.
Ascolta del ero destriero il pesante galoppare,
e del suo oscuro cavaliere, le urla e risa.
Stringi la mia mano nerlla tua,
e che essa, m'addolcisca la salita.
Maledetto sia quel veleno! Che dell'amor m'ha derubato.
Labbra rosee e belle, che più di fresche acque,
la sete mia d'amor han dissetato,
vi prego! Sgorgate un poco di quel siero,
e fate che io ne beva, e dolce mi sarà morirle accanto.
Non sarà il fondo tetro della terra,
o l'abbagliante luce del divino cielo,
né dei dannati le violente grida,
o degli angeli serafici il delizioso canto,
che l'amore mio distolga.
Oh! Qual brutto sogno.
Ed or mi trovo desta! Tutto fu falso dunque?
Morta io non sono!
Oltre l'alta grata scorgo le rondini nel cielo.
Perché questo gelido marmo? perché in esso io poso.
Oh Romeo... ma tu mi dormi accanto!
Quanto disteso e bello è l'ovale del tuo viso.
Ma tu sei freddo! Più non sento il tuo respiro.
Destati amore mio... destati ti prego.
Crudele fosti con noi destino, a far soffrir due cuori.
Sia lafredda lama allor... a sigillar per sempre il nostro amor.