Brancoli nel buio,
oh fata impaurita.
Ti dimeni graffiando
dell'oscurità, il muro suo.
Troppo stretti quei lacci
che
alla putrida melma
avvinghian le ali.
E sanguini lacrime
creatura dell'aere,
... quando odi
in lontananza
quel canto profano.
Ed afferri l'aiuto,
e all'istante tu agguanti
il richiamo soave.
Ma è un inganno
Oh mia fata!
Non lasciarti frodare!
Il tempo è tuo amico,
per schiuder le ciglia
al fallace delirio.
E ad un tratto...
fragor di catene spezzate
ed ali di diamante spiegate.
Ma or non voltarti
vivace creatura!
Ti innalzi
e ancor più sola
muoverai,
verso
eterei orizzonti che,
abile,
cingerai.