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Quello che di te

Rammento
la squilla della campana di pieve
che ci vide cogl'anulari cinti
sotto scrosci di bianchi grani
fra covoni di fine estate
grappoli, di odorosi rubini inebrianti
fuochi, nell'aia per danze infinite
e nel camino, per scaldare le tue pudiche reticenze
lievemente
fra morbidi arcobaleni, parole sussurrate e clavicembali innamorati
sul sagrado consunto da orazioni
guardando stagioni e tappeti di foglie
ora e sempre, sarò qui
ad aspettarti

 

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4 commenti:

  • ignazio de michele il 02/09/2011 16:21
    alla signora LORETTA un sentito ringraziamento
  • ignazio de michele il 02/09/2011 16:20
    SIGNORA ELIA, ho una amica che come Lei non ci acchiappa col pc. non si scoraggi... e grazie del commento.
  • Giulia Elia il 02/09/2011 07:49
    Indubbiamente il Suo poetare m'affascina. Come in questa, dalla visione d'un ricordo, o d'un sogno (non ha importanza poiché "vissuto", scaturisce, quasi d'impeto, un colloquio d'interiori pensieri, forse attese "pretese" da sé o da altri. Quasi definendosi gestore/guida per godere d'un bene indiscindbile da se stesso (non ho capito ancora dove cliccare per destinarla tra i "preferiti".
  • loretta margherita citarei il 01/09/2011 22:19
    splendida poesia, complimenti notevole

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