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Il Mal anno

E una voce, una voce aspettava
che tradisse i suoi gesti, ogni notte
tra le pieghe dei ricordi
e quelle piccole allucinazioni
che pretendono di essere rimorsi.



Ma c'è di nuovo che ora si fida di sé
e non c'è rabbia, ma dolore
c'è di nuovo che lo stiva
in una botte, ed ognuna ha nome
di donna, di sogno,
di ninfa, d'inganno
ed odorano l'una di zolfo
l'altra di affanno.
Nutre l'una del suo sguardo risorto
l'altra del ricordo mai morto.

Ora che le notti non gridano
e mai più lo faranno
solo spera nel perdono
e nel ritorno di
quell'agrodolce malanno.

 

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3 commenti:

  • Samuele Scagliarini il 07/09/2011 11:54
    Qui cantiamo la perdita della vana speranza. Cantiamo la preghiera di perdono che non abbiamo modo di formulare. L'eiezione è passato, vorrei equilibrio...
    Grazie Lau
  • laura cuppone il 07/09/2011 11:13
    dopo il volo e la caduta
    si prova il salto dal marciapiede
    e si spera in una eiezione
    come per lo spazio

    .. no, la notte non può più gridare...
    ma forse cantare... si,
    Lau
  • loretta margherita citarei il 06/09/2011 16:01
    molto apprezzata complimenti

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