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Telefòn
Dopo 20 anni
come mi avrà trovato
si girava per i bar a sbevazzare
lui portandosi appresso
una morona con due tette enormi
che la mostrava a tutti
per il gusto di farsi
guardare
pagava sempre lui il conto
e il cameriere
versava, alla vista di quella ricchezza,
un goccio in più
nei bicchieri
Uscivo dalla cuccia di mio padre
le sere tiepide scaldavano
più del vino
Gli piacevano enormi
"come farò? Mi tira troppo"
mi diceva
e lei spalancava i suoi occhi
la pitonessa
Io ci avrei volentieri appoggiato la testa
sul suo cuscino
ma era la sua ragazza
aveva il vibratore
sempre nella borsetta
Dopo 20 anni
la sua voce al telefono è la stessa
come mi avrà trovato
in quest'esilio
in quest'eremo di colline e pianura
di cipressi
e campi
di cipressi come un cimitero.
E con la sua macchina
si faceva un giro
poi
guidavo io.
mentre lei dietro
gli faceva un servizietto
prima di lasciarla
sotto casa.
L'unico tempo che non passa è
nella memoria
quell'epoca ci ha visto giovani
e ci ha visto là
ed è stata viva
vissuta è stata la nostra.
E per un'ora parliamo
ridiamo
di tutti quelli che c'erano
case vuote
filari stesi.. blah..
Quando lo saluto
so come mi ha trovato:
qualcuno dei vecchi sapeva che
esistevo e sull'elenco
col mio cognome qui ci sono solo
io.
E
guardando una campagna che ingiallisce
chissà
ho pensato bene di bermi un po' di quel vino
lui raffinato
io allora un barbone
ancora vivo.
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