Come sogno stralci
messi avare dispiegate
in quell'affossar vento l'onda
del variegar sbianca
quel male avverso che ti schianta
dolori come bozzoli di baco
in quel filar sussulti invano
scrosci di consensi danno mano
in quell'ingabbiar tormenti vago
torbide lussurie
a mescolar tra fosse settiche
che dai lordumi quel marcir s'attesta
e guai a fare festa se tolte l'angherie
t'appresti a riposare.