username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Tacito orrore

Tacito orrore mi sovvien,
quando al mattin polvere
argentea mi spoglia
d'ogni virtute.

Me, mortale,
fragile schizzo di
un monaco ebbro,
crocifisso di noia.

Quali affanni di morte e
quali attese non scontan
silenzi, orfani di idee?

Una valle in discesa é il
progredir dell'uomo, colui che non
é mai accetto nemmen dal suo riflesso.

Costui non é.

 

0
3 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

3 commenti:

  • Grazia Denaro il 04/02/2012 23:35
    Bella poesia no priva di musicalità, ma denota una sofferenza dell'anima, ben scritta, piaciuta.
  • Anonimo il 19/09/2011 09:20
    Credimi, Luana: per quanto il nostro stesso riflesso possa ripudiarci, giungerà il momento in cui, guardandoci allo specchio, sapremo accettare chi siamo, e con quell'accettazione verrà per noi anche la resa. Ricordi gli ultimi versi di "Sofia?". <L'unica forma di attacco è la resa>. E con la "resa" (MAI intesa come rassegnazione o tacita accettazione, BENSI' come presa di coscienza e rinnovato coraggio), finalmente, la pace.
  • Sergio Fravolini il 18/09/2011 09:04
    È un testo musicale che presenta caratteristiche stilistiche di poesie tradotte alla fine dell'ottocento. Leggendo si avverte un tocco di musicalità e sorprende soprattutto con l'espressione: "costui non è".

    Sergio

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0