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Che bisogno c'è di un titolo?

Noi
deboli e pallidi
per le notti insonni

e nervosi
per la paura continua

non trovavamo rimedio
ai nostri dilemmi.

L'indecisione ci era padrona.
La svogliatezza ci rendeva schiavi della monotonia.

E siamo stati per tutto il tempo
seduti su quella panchina

a fumare erba
a bere birra
e a bestemmiare Iddio.

 

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6 commenti:

  • STEFANO ROSSI il 30/09/2011 11:12
    Grazie a tutti per i complimenti e le riflessioni che avete fatto!
    Avete capito il sottotesto di questa poesia e ne sono davvero felice.
    Grazie ancora.
  • Raffaele Arena il 30/09/2011 01:15
    Non so cosa significa, ma accanto al tuo nome per entrare a leggere il tuo nuovo componimento, che trovo bello, e chiaro, accanto ho letto "in approvazione". Non vorrei ci fosse una sorta di censura nel sito, dove in un paragrafo del regolamento nella stesura dei componimenti, ci sono delle limitazioni riguardo lo scrivere le parole volgari.
    Cmq ho avuto la fortuna di leggerti. Buona. Spero tu possa ritrovare più serenita'. Anche se il momento e' tremendo!
  • Michelangelo Cervellera il 29/09/2011 21:02
    riflessioni di un pezzo di esistenza passata ai margini dove tutto sembrava facile e ci si sente immortali. Il tempo e le situazioni vissute ci portano, spero, ad una sana autocritica e li spesso ci si sente soli.
    Michelangelo
  • Anonimo il 29/09/2011 20:28
    sempre quello stile che non sbaglia tra cenere e tristezza, bravo
  • Anonimo il 29/09/2011 19:41
    Le classiche riflessioni giovanili/sociali che oltrepassano il confine tra ignoto e realtà di fatto, concludendosi con una fumata, una birra fredda, una betemmia e l'alba che avanza. Molto, molto interesante. Bravo!
  • Bruno Briasco il 29/09/2011 18:16
    Se quanto scrivi è vero mi auguro per te sia finito... e ne sono certo anche perché parli al passato. Sintetica ma bella. Bravissimo!

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