Nelle sterminate colline circostanti
di una città addormentata
dalle esalazioni di ossido di carbonio,
si effonde un vento di tramontana
che si è nutrito del tuo canto
e insegna il tuo amore
lanciando echi
che viaggiano su ali di uccelli selvatici,
accompagnati da esso.
Nelle melodie soffuse
cerco la tua voce
e le carezze del tuo respiro
che mi fa volare.
Tu che colori
tutti i quadri del mio proscenio,
riempi di luce
questa notte silente.
In questo manto nero,
ora illuminato
qua e là
da qualche sentinella del cielo,
e nei cui occhi lavati
da questo vento di tramontana,
alloggiano le pretese dei nostri cuori,
imprigionati dai nostri destini.
Le catene sfregano tra di loro
ogni volta che
le nostre anime
cercano la libertà di amare.
Il ricordo dei nostri baci
che chiedono il permesso
della loro esistenza.
Sul carro alato del tempo
suonano le nostre passioni
che alimentano i nostri sogni
colorati di bianco e di rosa
eclissando tutte le notti buie.
Il sapore metafisico del nostro amore
sopravvive nonostante tutto
e non si disperde nemmeno
al sopraggiungere di una tempesta.
Anzi...
tuoni e fulmini urlano,
squarciando la notte,
i nostri ardenti desideri.
Ormai i nostri cuori,
nel loro travaglio tumultuoso,
hanno lasciato le loro tracce genetiche
in ogni spazio temporale.
È così che il nostro amore
è sopravvissuto.
Ed è per questo
che ogni volta il suo respiro
scivola via lontano,
lascia dei vuoti incolmabili intorno.
Ma la storia è ormai scritta
nel libro dei sogni che accadono.