Se troverai la mia bandiera
tra le labbra di un mare indifferente
o nel cestino dei rifiuti dell'oblio
parla con essa.
Ti dirà
che sventolai innanzitutto per te
che per te fui spada rilucente di libertà
conficcata nel ventre avido
di qualunque ideologia
comprimesse il tuo autentico io;
ti racconterà
che a volte per amare
bisogna anche saper morire
che ogni guerra insegna soltanto
a odiare il suo compiersi.
Vedrai ancora
quel carrarmato che feci prostrare
dinanzi al mio esile corpo
gli dissi che il suo travolgermi
avrebbe generato migliaia di uomini
di cui avrei gustato il respiro
l'impegno, la solidarietà
chiuso tra le labbra d'avorio
della stella di cui fui figlio.
Prendi per mano quella bandiera
ti condurrà sulla pietra di quella piazza
che custodisce il mio sangue ancora fresco
addestrato a scorgersi passato
per riuscire a disegnare il futuro.
E tu madre adorata
non piangere davanti alla mia chitarra
dì ai mille figli
che mai lasciai e che pure sento miei
di carezzare le sue corde.
Scopriranno così
che non vissi da vigliacco
ma nella dolcezza immarcescibile
dell'immolarsi per l'amore universale.