Un dilemma mi assale
esistenziale
Sono fortunato?
Ho ricevuto nella postal cassetta
una richiesta a me indirizzata
da un volenteroso postino portata.
Il mio vicino non l'ha avuta, ah ah ah!
Sono più importante di lui,
più istruito, più saggio e più bello,
infatti posta per me c'è
in una busta che ne pesa tre.
L'ho aperta con mano tremante:
lette righe su righe, istruzioni e caselle
non ho capito un'elle
Era l'Istàt che mi chiedeva
fatti privàt, con chi abitàv,
come campàv, setanto o poco mi lavàv
e dalle e dalle, domande rompiballe
Una però m'ha fatto piacere:
"Saresti disposto a iniziare un lavoro entro due settimane?"
Certo che sì, lo cerco da tant'anni!
Scrivo, scrocetto, compilo come un matto
- Lavorerò, Cesira, mi hanno chiamàt!
La mia donna mi ha fatto una carezza,
intenerita dalla mia certezza
ed è uscita per andare a far le ore
(in nero) da certe signore.
Per non perdere tempo sono andato
a consegnare le risposte alle poste
correndo a perdifiato.
Al ritorno il vicino fermato mi ha,
mi ha chiesto e mi ha riso in faccia: - Ah, ah, ah!
Ma credi ancora ai censimenti?
Non ti sono bastati i precedenti,
che non hanno cambiato niente?
Sicuro come il cacio con le pere,
sono una grande presa per il sedere!