Non so perché scrivo, so che scrivo e basta.
Posso parlare dell'infinito, come di un piatto di pasta.
La rima mi è concessa e non è colpa mia
se voi che leggete pensate sia poesia...
A me rimane il verso che ho creato,
lo sconto come se fosse un mio peccato
dell'essere sul nascere del piacere,
è simile ad un orgasmo ed io me lo voglio godere.
Scusate, non è vergognosa affermazione,
io offro il sogno a chi mi sta a sentire,
è pura verità anche se dannata,
sono donna e non son di cioccolata.
L'anima esiste e non è fatta di cartone,
se voglio ti regalo un'emozione.
Con questo osare dolce ripago il mio peccato,
di non poter svelare la ragione
che passa tra il limite e la sopportazione.
Adesso tocca a te, avanti sogna,
rivolgi la tua grazia al mio pensiero,
che lento e zoppicante adesso appare
ma nella testa è un canto di cicale.