Dio raggiunge il tuo destino
nella magia del presto
o nell'incamminarsi affannoso del tardi
lo cogli
nel gemente smarrimento del tuo sguardo
timore non ha
di entrare nella dimora traballante
dei fallimenti incatenati
al transeunte inventarsi della tua anima
al decomporsi
delle illusioni di bastare a se stessi;
l'uomo
non è che carcere a se stesso
tra un passato che odora
di cenere decomposta e incomprimibile
e l'invadente ombra di un futuro
che come un cavallo color vento
non lascia percepire
la sua corsa verso di te;
madre Monica
tu sola sapere puoi
dove dimorasse Dio
prima che tu me ne desti
l'incontaminato
etereo, avvolgente bacio
con le tue parole ricamate di fede;
forse dimorava
nelle mie insolenti presunzioni di retore
quando il santo Vangelo
giocava a sfidare le mie debolezze
ma io mi nascondevo da esso
e io,
dietro il sudiciume barbaro
di pere rubate per gioco
Ora so, Signore,
che tutto mi inonda
perchè tu sei il mio ruscello di saggezza
che traluce tra i sorrisi
così umani e così divini
di Ambrogio, Simpliciano e Ponticiano
vivere ho scelto
sull'onda di quel tenue filo di preghiera
che per me ricamasti
da Tagaste a Milano
fui Agostino
e sono ora
soldato senza tempo
del parlare del divino.