La mano
è come una consumata meretrice
pronta a offrirsi sghignazzante
a ogni carta che la corteggi;
la seduzione osserva
pronta a infilare l'ennesima lama
di indifferenza e illusione
al tavolo da gioco
verde accecante
che ruggisce ancestrale
sul mio sguardo avvelenato
dall'alea infuocata
di una vittoria che mi morde
e poi mi lascia carcassa
come un cane rabbioso.
Il cip si dilata
come una lievitante gravidanza di follia
scala reale, full, tris d'assi
si arrampicano sulla schiena
con la lacerante precisione
di brividi accoltellenti
affamati di anime da svergognare.
"Poker"
sibila la voce ubriaca del destino
per poi dileguarsi
e preparare alla mia sera
la tomba di un'ennesima sconfitta
l'anima si imprigiona
nell'acropoli cadente dell'effimero
il gioco mi cava gli occhi
e li intinge in un carcere
di rhum e lacrime
mentre la sagoma di una feroce ballerina
mi scopre mendicante
e mi offre compagnia per la notte
come a urlarmi
che un altro giorno
è perduto per sempre.