Ascolto la pioggia dietro le finestre
ascolto Battisti ma non lo puoi sentire
non posso dire che so a cosa stai pensando,
non l'ho mai saputo.
Mi sciolgo i capelli e penso al tuo drink fuori stagione.
"Un tizio ha descritto i capelli della sua ragazza distesi sul cuscino", mi avevi detto.
A te era piaciuto.
In quel giardino faceva caldo,
in mezzo a tutti i libri faceva caldo,
a quel tavolo faceva caldo,
sul muretto faceva caldo.
Ora laggiù c'è disegnato un grosso stop.
Dopo passo a prenderti? Firmiamo una constatazione amichevole.
Forse si può, forse non si può. Forse è tardi ormai. Ti voglio bene e t'odio.
Scusami, non si tratta di un capriccio.
Scusami, adesso devo proprio andare via
come quelle catene che si spezzano
e non fanno rumore.