<<Voi lo sapete, ne avete bisogno,
lo so che le siete parecchio devoto,
che la vedete anche nel sogno,
ma dovete nutrirvi, coprirvi, vestirvi;
la vendete e vi sistemate.
Comprate qualcosa, il necessario,
risanate la stanza, cambiate la porta,
riparate il soffitto, pagate l’affitto,
aprite il balcone, sbarcate il lunario.
Non è fede la vostra, è solo un capriccio
prendete parecchio, è d’oro massiccio.>>
<<Non me ne importa, mi basta un boccone,
non me la vendo nemmeno se muoio;
quando diparto la voglio donare
alla Signora che in sogno m’appare,
non è di nessuno, è Lei la padrona.>>
<<Ma Lei vi capisce, Lei vi perdona,
vi vede soffrire e non può tollerare
dovete campare, la vendete e vi sollevate>>
<<Ma ci pensate alla fede, al rispetto,
deve restare affianco al mio letto.>>
Passarono i mesi, pochi non molti;
con il lamento della campana
quattro signori, tristi ed assorti;
quasi vicino al comodino
due ceri accesi e la statuetta,
sotto di cuoio, sopra dorata,
copia perfetta.
<<Non me la vendo neanche se muoio.>>
Esperta la mano: miseria violata.