Ah Trieste mia
grembo di instancabili
indomiti marinai;
mi avvolse incandescente
come il profumo inebriante
di una signora dal fascino immortale
quella salsedine
che profumava di note e poesia;
le melodie inconsuete
che le mie mani andavano tratteggiando
come dolci e fiere orlatrici
furono ebbrezza d'una sola domanda;
fosti tu, adorata musica
a venirmi a coccolare
nella seduzione d'una notte insonne
perchè io salissi sulla tua carrozza
o fui io
giovane dal volto ancora acerbo
a scorgerti con le mie dita tremanti
nella solitudine ineffabile
di quell'urlante vento istriano,
per esserti cocchio?
Sono "Io che amo solo te"
palpitazione di questo mio voler leggere
ciò che a me sta d'intorno
con la lente di zucchero dell'artista
quante onde cavalcò
la nostra "Arca di Noè"
per pescare dall'acqua
dei porti di sogni e fantasie
frammenti insondati
di partiture rinfrescanti.
Non so se le mie note
abbiano saputo essere
una spsda fiammante
in grado di fendere il fluire impietoso della storia;
ho solo desiderato
farmi memoria per amore
attraverso estensioni impalpabili di canto
anelante a ricamarti sul cuore
una "Canzone per te".