Nell'orto della nonna
è scomparso tra i rovi
l'angolo del mio giardino
ove mi divertivo a curare le rose,
è morto il gelso nero dal tronco inclinato
sul quale cinguettavo
con gli uccelli.
È scomparso l'ulivo antico e possente
rifugio dei miei sogni,
nel pollaio più il gallo
non scandisce le ore
con il suo chicchirichì.
Le case son tutte vestite a nuovo,
è le strade lastricate di pietre
venute da lontano
han smarrito i segni della civiltà contadina;
dell'asino non s'ode il raglio
e lo stridore degli zoccoli dei muli.
Non respiro l'odore acre dei camini sempre accesi
il fetore di letame rimosso nelle stalle
e il profumo dell'erba mietuta.
S'è trasfigurato il mio paese!