Non ci perdonaste
di avere parlato con la voce
intrisa di orgoglioso pianto
di una libertà davvero fiera
di abitare nelle nostre anime partigiane.
No, non ci perdonaste
di avere svergognato con la nostra dignità
di italiani feriti ma mai prostrati
il vostro stridulo suono
di tintinnanti svastiche
e di vigliacchi fasci;
la vita non ci cesellò
in questa splendida lingua di terra
nella quale dimorano le nostre anime
anelanti e malferme
per essere collezione di prigionieri
per i vostri sorrisi sarcastici
e per il vostro illudervi
di essere uomini
annientando altri uomini.
Venite, cari ragazzi
che oggi nel pozzo della vostra anima incerta
cercando andate
speranze a cui far abbeverare i vostri passi
ci troverete
tutti uguali eppure tutti diversi
in una fila armonica di bare
nomi, date di alfa e omega
perchè sentiate la nostra voce
vi basterà carezzarle
scoprirete allora
che le pallottole codarde di quei fucili
non hanno preso in ostaggio il nostro ricordo
scorgerete
la ricchezza senza confini
della capacità di vivere
con le bandiere della responsabilità
della libertà e della giustizia.
Perchè non sia vano
il fluire indifferente della storia
occorre che parliate al tempo
lui saprà dirvi veramente
ciò che per voi
tentammo di essere
e che per voi saremo
se non ci dimenticherete.