cime innevate
spazzate dal vento
brillano, fredde,
all'orizzonte,
pallidi raggi di sole
filtrano, ogni tanto
tra un plumbeo cielo
che, come fosse
un peccatore pentito,
da giorni piange le lacrime
amare del pentimento.
Sui vetri appannati
della guardiola
del mio piccolo ufficio
scivolano, fatui tentacoli
di vita, immagini di morte.
Sento stringersi il cuore...
tutto è silenzio nel parco,
svilito è anche l'animo
stenta il verso...
non v'è più nessuna foglia
a distaccarsi dai rami
a suscitarmi nostalgiche emozioni
ed il respiro tranquillo del sonno
degli alberi poco m'ispira.
Socchiudo con ansia
le imposte e sulla porta mi affaccio...
E... meraviglia!
Voci argentine
provengo dalla scuola,
bambini in coro cantano
gli inni di Natale
e su qualche panchina
coppie di innamorati
si stringono, baciandosi.
Che gioia!
La speranza risuscita:
il mondo s'illumina ancora!
Con calma richiudo la porta,
sospiro, mi siedo ed attendo
che spunti anche per me, l'aurora.