Di primeve primavere
ancora lambite da aiuole di neve
vive
il cuore del Poeta
batte all'unisono fra luci e tenebre
con un infinito a lui sconosciuto
è
un mandorlo in fiore
radicato
sul tetto di una soffitta
stracolma di cianfrusaglie
care al suo immaginario sentire
non getta mai nulla
solo i suoi pensieri
li dona al vento
sperando di vederli prendere vigore in gemme d'oro
sui rami filiformi di una eterna fanciulla vestita di bianco
un dolce amaro
ermafrodita
incapace di fecondarsi e di difendersi da solo
fiorito
fuori stagione
nel fumoso cielo di una lampada a quarzo
sogna
fra le braccia assonnate di una vergine nera ingioiellata di stelle
d'afferrare
l'inafferrabile suo amore fuggente
impazzito nello scorrere a vuoto del tempo