Notte, dove sei straziante notte?
Vivi beata il tuo regno, di luce e di luna.
Ascolto il silenzio
intorno a me, parlare.
Bisbiglia suoni impercettibili
la notte; appena sibilati.
Son passi sempre più vicini.
M'affaccio alla finestra e guardo il cielo
d'un rosa cupo, grasso di neve che cade silenziosa.
È così che mi sento, stasera.
È quel che ora è la mia anima:
neve che cade, lenta
e insistente nel suo incedere.
Eppure non ho freddo, stranamente.
Fuori il silenzio tace!
E penso a quell'orme rimaste là sulla strada.
C'è vento dentro me, stasera. Tempesta!
Ripongo i miei occhi appannati
verso quei passi rimasti là fuori al freddo.
Vorrei scaldarli. Son delicati.
Son di donna innamorata; e penso
lei, che m'ha tradito. Mi sento toccare. Mi volto,
abbandonando il cammino
di quelle luci là fuori. Mi volto ancora.
La vedo, mi vedo. Svanisce di nuovo!
Quell'orme là fuori scomparse,
e sento un sibilo:
la luce fioca si spegne.
Sento all'improvviso un alito.
Un respiro appena sfiorato. È il suo!
Un'ombra si muove: è lei. È tornata.
Svanisce di nuovo.
M'affaccio; dai vetri smerigli
cerco affannato qualcosa. Scruto.
Le orme in quel bianco, sparite.
E cade, silenziosa e grassa, la neve.
Nel silenzio più accecante.
Torno, solo, nel ricordo di lei!