Cinquantacinque, quasi
per trecentosessantacinque e un quarto
e nemmeno per un minuto ho mai pensato
d'essere arrivato dove avrei voluto.
Nemmeno un minuto,
neppure quand'ero in alto
così tanto e quanto
avrei forse mai potuto
e neanche meritato,
non un minuto
quando mi son trovato
così in basso che mai e poi mai
avrei immaginato.
D'un paio di cose mi son reso conto
come essenziali e demotivanti:
senza fortuna non si va
da nessuna parte
e il merito non è così importante
come non lo è la colpa.
Si fa quel che si può, o si tenta
poi viene quel che viene
e chi riesce s'accontenta.
Ecco perchè stavolta non scalmàno
e resto ad aspettare il vento e l'onda
che mi porteranno dove e come
e quando vorranno.
Poi, se sarà il caso, ringrazierò
o terrò botta e smoccolerò
ma di certo ormai più non m'illudo:
di fronte alle intemperie della sorte
ognuno è sempre nudo.