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Come Ulisse

Come Ulisse navigante,
torni dalla tua Penelope,
ogni giorno,
ogni sole calante,
ogni luna nascente.
Sfidando gl'impervi monti,
d'isole ignote toccate,
sbarcando con stupita espression
di coraggio e maraviglia.
Solcando le onde dure,
che t'arrestan, dell'orizzonte
la vista.
Col cor impavido, sferzi
l'aria con la frusta
della tua serenità,
li maligni spiriti, che tentan
di soccomberti, ammazzando.
Torni da lei, da quella fanciulla,
quell'angelica creatura,
che, con dolce sospiro,
attende il tuo ritorno.
Ella è lì, sul ciglio della dimora,
con occhi luminosi come,
del sol che ti guida, i raggi.
Ella non erra, non naviga
col corpo, ma lo spirto di lei
ha veduto monti,
ha saggiato acque,
ha sfiorato con piede delicato
prati lontani,
invisibili all'occhio del corpo.
Ella traversa mondi sconosciuti,
mondi eterei ed immensi,
alla ricerca di sé,
cercando la splendida sua purezza,
in mezzo a tutto il dolor
dal meschino tuo traditor datole.
Come cercasse quel frammento
della gemma perduta
fra fango e inerti rocce.
Come Ulisse navigante,
torni dalla tua Penelope;
anelato hai quegli abbracci,
e tanto, e tanto ancor bramato hai
quei baci, dolci come fragole mature.
Hai veduto mondi crudi,
dove durezza regnava,
ed or attendi la sospirata tenerezza.
L'amor di lei sognante,
l'amor di lei inebriante.

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