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La beatitudine dell'ignoranza

Osasti sapere uomo
sporgendo l'orecchio là,
dove sibila
un vento sconosciuto!

E scopristi realtà ignorate
dove tutto è trama
imbevuta di diplomazia
che incanta chi non sa
interpretarla,
svegliando l'incredula
ingenuità del tuo cuore.

Ed ad una ad una
le certezze
s'infransero in briciole
lasciando aperta una ferita
di rimpianto,
perché tu no, non volevi saperne
di lupi famelici
intrighi, raggiri...

t'affidavi fiducioso
agli altri
convincenti di buona fede
e mai ti sentivi tradito,
la superficie ti bastava
il dubbio non ti sfiorava.

Ora invece
t'arrabbi, temi,
rimproveri, invidi
hai paura, sentimenti
che fanno del tuo passo
incertezza,
vacilla la tua mente
ormai non puoi più ignorare;
il sospetto che porta alla conoscenza
s'è aperto
e la conoscenza
vuole accettazione
che non sempre approvi.

Si, forse la felicità
è dei semplici
che domande non pongono
e risposte non vogliono
bastandosi
di quel che li circonda
e arricchendosi soltanto
della beatitudine dell'ignoranza
lasciando che il vento
turbini dietro la finestra chiusa.

 

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9 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ugo Mastrogiovanni il 24/01/2012 11:22
    Egregia la presentazione dell'uomo nel ruolo di osare al fine di scoprire realtà ignorate. Un compito innato e meritevole scivolato in quella diplomazia che incanta e illude, che annulla certezze e apre ferite, che annienta la fiducia. Un percorso che dal bello iniziale sfocia nell'ingiusto e delude, discredita, incattivisce. Bisogna complimentarsi con la bravissima Mirtylla (veronese DOC come mia moglie) perché ha scelto un tema molto articolato e difficile da mettere in versi, non solo, ma convertito bellamente in una poesia delicata, snella, dal ritmo uniforme e consono al tema. Non a caso il finale porta il sigillo "beatitudine dell'ignoranza"; quanta ce n'è oggi in giro! Tuttavia a volte serve vestirsi da ignorante e anche desiderare di esserlo: quante cose sdrammatizzerebbe l'ignoranza! Non dimentichiamo poi la connessione che c'è tra questi versi e le parole del Vangelo "Beati i poveri di spirito", ma questa è un'altra storia.

9 commenti:

  • mariateresa morry il 03/02/2012 14:51
    CHE CHI ignora viva meglio è tutto da provare poichè facile è cadere preda dei furbi o arretrare davanti ad onesti competenti. Sinceramente non mi sento inneggiare alla beatitudine dell'ignoranza in maniera così incondizionata. Al quint'ultimo verso va messo un " li " al posto del " gli".
  • mirtylla il 24/01/2012 10:15
    Non è nel mio sentire ma credo anch'io Gianni, che ch' ignora viva meglio
    Grazie mille ad ognuno di voi che ha lasciato un commento
  • Maria Rosa Cugudda il 23/01/2012 17:41
    opera che apprezzo molto e condivido,
    complimenti!
  • Anonimo il 23/01/2012 10:10
    toccante e scritta con una lirica maestra... mi ha colpito molto questa poesia sia per il contenuto che per la forma, bravissima
  • Anonimo il 21/01/2012 18:48
    bella riflessione... profonda riflessione. Dura e amara riflessione
  • Gianni Spadavecchia il 21/01/2012 17:59
    Forse chi ignora, vive meglio! ^^
  • stella luce il 21/01/2012 00:18
    la felicità credo non sia dei semplici ma nei gesti semplici, non nelle grandi cose ma nelle piccole cose che accadono... versi molto belli
  • loretta margherita citarei il 20/01/2012 16:54
    molto bella, anche se non penso che coloro che non si pongono domande siano felici, mi ha coinvolto nella lettura, brava
  • Alessandro il 20/01/2012 16:44
    Bella riflessione. Ma la felicità può davvero essere solo dei semplici?

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