Un giorno memoriale
accostò
l'infinito alle labbra della vita
chiudendo
la porta alle tempestose nebbie del deserto
le stelle
ancora ne serbano
il palpitante ricordo
in occhi di luce
esponendoli
dolcemente
su volte nere di velluti sognanti
le notti riposano sfumando in chiari sussurri d'Amore
il calice della voce
si fratturò
in mille aghi
di cristalli preziosi
riuscendo
a ricucirsi
in un solo pronome
Tu
nel mio io
si fuse
il diadema del Tuo non pronunciato nome
avvolgendosi
nello splendore dipinto da questo foglio di carta
in un attimo
silenzioso corto breve particolare
ma eterno di sole