username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

A Jeanne Faida, mia figlia

Che gioia sapere di aver partorito,
ancora una volta madre.
Ti ho desiderata
prima ancora di conoscerti.
Ti ho sentita mia
ancora prima di vederti.
Immortalata da una foto
i tuoi occhi spaventati
inconsapevoli
del tuo destino.
Per te il destino è il pasto del mattino
la carezza di una mano
il bacio sulla fronte
il conforto dopo il pianto
ridere come solo i bimbi sanno fare.
Che gioia i tuoi vestiti,
appena comperati
profumati di nuovo
ormai piccoli
che tu sei cresciuta
mentre il tempo trascorre.
L'attesa di un giorno
trasformata in un mese
e poi diventata lunga un anno.
A chi importa la tua sofferenza
se cresci nella polvere secca
perchè non è sfiorata dall'acqua
che neanche lei ci vuol cadere
in quella terra bella
maledetta dagli uomini.
A chi importa il pianto di un bimbo
se al mondo ne muoiono tanti.
Non si può salvare il mondo!
A chi importa il pianto di una madre
che privata di ciò che ha partorito
si appoggia sul petto del padre
che non ha potuto abbracciare la sua bimba.
Cuore di padre che batte,
batte forte
sembra esplodere.
Ma è forte lui
deve dare coraggio.
Alla sua donna,
alla madre che ha partorito.
Legge e rilegge
fogli con inutili sentenze terrene
che la stessa giustizia
ha rinnegato.
Gli rimane il pensiero
con l'immagine riflessa
di quegli occhi impauriti
della bimba, la sua.
Nera come il carbone
vestita col cappotto
per sembrare più bella
da mani sapienti
che sanno vestire
e sanno intascare.
Vile denaro,
hai corroso col tuo acido,
strisciando,
come un serpente velenoso
hai raggiunto il cuore
di chi non lo possiede più.

 

3
4 commenti     1 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

1 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati
  • cristiano comelli il 24/01/2012 18:46
    Ogni nascita di un nuovo bimbo salva il mondo e contribuisce a chiarire maggiormente il senso del divenire di questo mondo che troppo spesso ci lasciamo sfuggire prigionieri di mille falsi e trascurabili interessi. Una nascita ci mostra che il divenire non è mai vano e che vi è sempre qualcuno che promana dal grembo di una fiera e felice madre disposto a prenderlo per mano. Per confdurlo nelle mani di altri. Complimenti per la poesia e cordialità.

4 commenti:

  • Ettore Vita il 24/01/2012 21:55
    Bella poesia, anche perchè i bambini nobilitano agni parola e inteneriscono ogni discorso. Anche l'amore di una madre e commovente e celestiale.
    Ma non condivido il disprezzo del "vile denaro". Anche Marx lo chiamò il Dio giallo.
    Il denaro è come un coltello, può servire per tagliare il pane o per uccidere. Senza il denaro non c'è libertà, con l'abuso c'è sopruso.
  • Ada Piras il 24/01/2012 18:28
    Molto intensa e toccante.
  • loretta margherita citarei il 24/01/2012 17:05
    bellissima e dolce poesia tocca il cuore
  • anna marinelli il 24/01/2012 10:50
    si tratta di una speciale maternità verso questa creatura che non attendeva altro dalla vita se non due braccia cariche d'amore che l'abbracciassero stretta e ricacciassero indieto lo sppettro della fame e della paura... braccia cariche d'amore come le tue, Vincenza! bellissimo e commovente testo... brava

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0