dal paludoso sonno
emergo
e dinanzi si delinea
distentendosi
la riva piatta, nebulosa
desolata
di un nuovo giorno da vivere.
È vita la mia?
Ricalcare ogni giorno
un sentiero già tracciato,
con il peso dei doveri
sulla schiena...
lavoro, casa, casa, lavoro
vita sociale zero
se non quei sporadici momenti
d'interazione con virtuali amici.
Anonima tra la folla anonima camminare
non una persona amica con cui parlare,
coinvolta in una realtà provinciale
di gente superficiale
sempre pronta al giudizio
a cui abbinare
il vecchio detto-fidarsi è bene
non fidarsi è meglio.-
In discorsi insulsi persa,
sguazzano nel vociare intenso
del pettegolezzo...
persone
con la zappa in mano a curare
il proprio orticello,
struzzi con la testa nella sabbia
preferiscono ignorare
nutrire e salvare l'apparenza
anzichè esser vive.
Desiderio immenso
di ritornare
al paludoso sonno,
nelle sabbie mobili del nulla
sprofondare,
se non fosse
per quel piccolo raggio di sole,
che filtrando dalla persiana
squarcia le nuvole della disperazione
incoraggiandomi...
e nella mia Pasqua quotidiana
risorgo e vivo.