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morte di un Gatto
Flessibile e sinuoso si avvicina nero verso di me
agita la coda nervosamente, mi osserva socchiudendo leggermente gli occhi gialli
dispone i passi ordinatamente uno dopo l'altro procedendo
lentamente, un animale in mezzo a un mondo di tecnologie
struscia dolcemente la testolina sulle mie ginocchia,
miagola, modula il suono esprimendo i suoi sentimenti
lo accarezzo ed è vivo, ogni sua singola cellula è viva
ogni apparato svolge la sue funzioni
appare tutto cosi semplice
Con fare animale lo prendo e l'osservo
occhi naso denti lingua cuore polmoni pene coda
in un contesto antianimale ed antinaturale
guardo il mio gatto giocare sul letto,
ora anche lui mi guarda
cosa sta pensando?
come stà pensando? quale diavoleria è questa?
vita
morbida e soffice vita pelosa
e i suoi occhi intensamente sembrano dire
- anche tu sei così -
anche io sono vivo e dunque ora che pensare?
io animale
tu animale
ti devo fare male
giocare con la vità
di un tenero animale inferiore
per assaporare la bellezza d'esplorare il mio essere animale??
uccidere per sentirsi esistere?
o per amare?
in un turbinio di sentimenti chi decide quale deve prendere le redini e guidare?
quando c'è d'affermare,
decide sempre il male, la voglia di soffrire.
Prendo il gatto per il collo
e stringo i suoi pensieri
, dolcemente impauriti i suoi occhi mi osservano, deglutisce incerto, soffoca piano sotto la mia mano crudele.
lo spingo contro il muro
e la sua carne cigola
- il mio riflesso nelle sue pupille dilatate al massimo, ora la paura non c'è più, solo una sofferente rassegnazione, soffoca e i suoi occhi sono pieni di vita
in piedi contro il muro
strozzo il mio gatto
stritolando la sua debole
spina dorsale con la mano
-inerme ed impotente,
sull'orlo della vità i suoi occhi sono
dense sfere di compassione
pietà per chi non sà amare.
Morta, a terra
una carcassa d'animale,
al centro della stanza.
Soffro per averlo ucciso, non sò perchè l'ho fatto, volevo semplicemente vedere quando sarebbe morto, ma quando è morto mi sono sentito come svuotato, come se in un istante ogni sguardo incomprensibile per cui ho sofferto avesse preso significato, come se ora potessi capirlo, e forse l'ho semplicemente ucciso per indurlo a soffrire per sapere quello che stava provando, ma quando la compassione si è addensata nei suoi occhi mi sono sentito morire ma non sono riuscito a smettere, l'ho dovuto uccidere fino alla fine, fino a quando i suoi occhi non si sono spenti
Voglio morire, nulla ha più importanza per me, sono un mostro è voglio morire, voglio raggiungere il mio gatto, voglio stare con lui, voglio essere perdonato ed accarezzato, vorrei distendermi tra le sue zampe ed appisolarmi senza pensare a nulla che al suo battito del cuore, ma l'ho ucciso, devo morire, morire.
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0 recensioni:
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- non è una denuncia, è l'espressione dell'intima passione sadica che spinge l'uomo a distruggere
- Per fortuna che il micio non lo hai ucciso davvero... Ho letto un po' troppa crudeltà nelle tue parole verso questo povero animale, ma se ho compreso bene il tuo pensiero è stato come un attacco alla nostra società sorniona e troppo lazzarona... Bravo, ben scritta, a parte il soggetto che hai usato per porre l'esempio.
- Tra l'altro il gatto al contrario del cane non fa niente per noi... si fa solo i fatti propri... perciò siamo noi inferiori a lui, perchè lo coccoliamo e gli diamo da mangiare senza aver nulla in cambio se non la sua magia... Non per niente in Egitto era una divinità...
- Scrivi bene, ma la sola idea di un gatto maltrattato mi fa divetare furioso. Sarà che amo i gatti o che ne ho una a casa? Potevi scrivere di un cane, ti avrei dato 10... ma anche se finzione, mi ha disturbato non poco... Guai a chi tocca i gatti, anche nelle poesie! >>MZ. 412<<
- mi sento svuotato perchè dopo aver ucciso il gatto capisco che l'unica cosa che lo rendeva interessante era il fatto che fosse vivo e che i suoi occhi esprimessero delle emozioni a me molto difficili da capire, con la sua morte, senza una reale ribellione si rassegna a me, mi compatisce, e per questo io compatisco lui, per questo vorrei morire, perchè ora sono il mio gatto, il mio povero gatto che si è fatto uccidere da me solo per un capriccio, e per questo voglio morire, pensavo di inserire anche la parte del suicidio ma sarebbe diventata una storia più complessa, cmq fa piacere avere commenti non banali
e per chi non avesse capito nulla il gatto non l'ho ucciso davvero
- Tenendo conto che adoro il surreale e che hai un modo discreto e particolare di sprimerti, ti ho dato a malincuore un 6...
Mi spiace doverti confessare che ho trovato di cattivo gusto e un po' pericoloso pensare che ci si possa sentire "svuotati" togliendo la vita...
trovo improbabile, inoltre, il reale pentimento..
Forse non ho colto, ma è la mia opinione... Il male è male... non ci sono vie di mezzo... ciao L

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