se atterro in un campo di spighe divengo una donna che vive di questua,
se atterro in un campo di mine divengo una donna che odora metallo e naftalina
se atterro non sono piu in grado di addossarmi il peso di un fallimento
e se non sanguino e' gia' una corsa nel sacco.
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7 commenti:
Anonimo il 05/02/2012 07:45
parole sagge... ho provato quello che dici quindi vale sia per gli uomini che per le donne quello che analizzi in questa poesia... il fallimento era economico, dell'intera famiglia... io sono riuscito a restare lucido perché mi sono attaccato, istintivamente, al fatto che non avrei avuto alcuna perdita interiore. Nemmeno di fronte agli altri, quelli del paese, che ho affrontato a viso aperto, senza vergogna... mi hai fatto venir voglia di narrarla questa storia. ciaociao
ciao pepe'grazie per il commento, cio' che scrivi va bene, ma il peso del fallimento, inteso come rifiuto di una determinata circostanza, non e' sempre cosa negativa, anche quando siamo impantanati l'importante e' mantenere quella lucidita' e quell'equilibrio che ci fa analizzare meglio la situazione e trovare, ove possibile, la soluzione più conforme senza tanta perdita interiore.
Ipotesi interpretativa: certi contesti in cui ci ritroviamo sono talmente paludosi che anche se siamo al massimo delle nostre potenzialità non riusciamo proprio a muoverci bene, e il fallimento è inevitabile.
Non mi è chiaro se "il peso del fallimento" tu lo intenda come leggerezza di deresponsabilizzazione; o come situazione preferibile al non poter riuscire nemmeno a fallire.
... Accipicchia che commento mentalistico che ti ho scritto, e che la tua poesia la trovo enignaticamente stimolante.