C'è un suono martellante
che si insinua
carezzevole e severo
nelle labbra delle nostre notti,
è il tuo rantolare indifeso
sotto la pelle del mare;
è la voce incandescente
di quel Dio degli abissi
che si rivela senza mai rivelarsi
che ci urla alle orecchie
che un'altra nave ti sta cacciando,
che un altro arpione
sta sghignazzando del suo veleno vigliacco
per trafiggere per sempre
la maestosità sbarazzina dei tuoi guizzi;
quelle navi
ci vedranno arrampicarsi su di loro
saremo come amebe inferocite
che stracceranno le loro rotte
e manderanno alla deriva
i loro putridi istinti assassini;
c'è un canto di purezza
che accompagna le nostre lotte
non chiamateci eroi
soltanto bandiere di sole
di chi come noi vuole vivere
in un diverso mare
e sotto diversa forma;
nuota, nuota dolce balenottera
nel silenzio impenetrabile dell'azzurro
la nostra vita ci ha comandato
di essere le guardie del corpo
del tuo respiro
i pirati d'amore che assaltano
le imbarcazioni
che di nutrirsi tentano
del decomporsi dei tuoi respiri,
per sentire scintillare
l'inno stridulo e bastardo
del loro arricchimento economico;
non ti abbandoneremo
balenottera
ce lo ha implorato il sangue
che ignobilmente ti fecero versare,
in acque impotenti e gementi.
Non si vesta mai da uomo
chi sol dalla vita apprese
ad addestrarsi a violentare
ciò che la natura insegna ad amare.