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Lacerazione tangente

Frusciavano, quasi cantavano
come ballerini infuocati
che attendevano un palco da svergognare;
soldi, carta che ancheggia
beffarda e impietosa
tra gli intarsi avvolgenti
di dita tremanti
si rivestirono silenziosi
del liquame della tentazione
di costringermi a violarmi
per ritrovarmi ricchezza;
perchè il sorriso di mio figlio,
o l'immagine eterea
del sorriso primigenio
della compagna che l'esistenza
scelse di ricamarmi sul futuro,
non furono lì in quell'istante,
a rattrappire la mia follia,
di decomporre il mio orgoglio etico?
Moglie mia,
ciò che ti abituai a rivelarti
come sublime mazzo di fiori,
nulla ora è più
che il fascio disperato e irremovibile
dei miei rimpianti
di ladro e di corrotto;
mai saprai
quante lacrime lascerò sul cuscino
che mi dà il privilegio ormai decaduto
di dormirti accanto
all'alba saranno già scomparse,
per lasciare posto
al mio richiamo incessante
al percepirmi desiderio di dipartita;
figlio adorato,
non rinnegare tuo padre,
quando le manette scintilleranno
feroci ma meritate
sulle sue mani insanguinate di tangenti,
rinnega quella parte di me,
che di incendiarti l'anima non ha saputo,
del fuoco incomprimibile
di un'onestà che si specchia nel cuore,
come un'anima sempre in fiore.
Soldi, anche a voi mi rivolgo
maledire non devo il vostro esistere,
ma l'essermi prostrato al virus stritolante,
del vostro appartenermi
senza che vi meritassi davvero;
ora la prigione
è la sola a raccogliere
i frammenti impazziti della mia voce,
sullo sfondo si appoggia
sul mio sguardo color vergogna
l'impronta a forma di carezza
della croce che salva;
o Signore,
tu solo sai indicare a me
la strada in cui abbandonare
la mia maledetta sconfitta
per trasformarmi
in una vittoria di ritrovata moralità.

 

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4 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 04/02/2012 22:57
    Cristiano, nessuno è santo, ma chi esprime con tale sensibilità il meccanismo che lo ha stritolato merita che sia lodato e ascoltato, per una nuova rinascita, una vita nuova, in cui troverai affetti che ti permetteranno di ritrovar fiducia in te.
  • Ettore Vita il 04/02/2012 22:12
    Caro Cristiano, chi profitta degli altri non pecca solo contro Dio (per chi crede) ma anche contro la società, contro i deboli.
    Dio salverà pure la sua anima, ma il suo corpo deve espiare, restituire il malloppo, per essere di esempio anche a suo figlio.
    Non sono per la vendetta, un castigatore, ma per una vita ho cercato di essere sempre onesto e non credo che ci possano essere tentazioni da giustificare comportamenti poco corretti. Se gli altri sanno che sei onesto, difficilmente vengono a tentarti. L'onestà non è una virtù, ma un dovere. E tutti noi dobbiamo pretenderla. Troppo facile il pentimento... si deve restituire.

4 commenti:

  • Alessandro il 06/02/2012 17:08
    Credo anch'io che il pentimento esista in tutti noi, anche nei peggiori criminali. Il problema è: quando giungono a pentirsi e se hanno occasione di rimediare in qualche modo. Bella riflessione comunque
  • Vincenzo Capitanucci il 05/02/2012 12:16
    Perfettamente d'accordo con Te.. ognuno ha diritto al riscatto... per qualsiasi crimine commesso... per questo sono sempre stato contro la pena di morte...

    la mia maledetta sconfitta
    per trasformarmi
    in una vittoria di ritrovata moralità.

    A parte questo viviamo in un paese... che è sempre andato avanti con bustarelle... tangenti... raccomandazioni..
  • cristiano comelli il 04/02/2012 23:32
    Caro Ettore, io non ho mai detto che chi si sia macchiato di tale reato non debba espiare giudizialmente la sua colpa; deve, giustamente, essere soggetto alla sentenza di un tribunale, ma una volta scontata la sua pena deve poter ricominciare, mica possiamo permettere che uno sbaglio, per quanto grave sia stato (ma commettere un omicidio è comunque più grave dell'avere intascato una tangente) marchi di infamia una persona per tutta la vita. Raffaele, lo so che nessuno è santo, la mia proposta su questo sito mirava proprio a evidenziare questo, si pecca ma ci si può anche redimere. E ovviamente il fatto che io parli in prima persona non sta a significare che sia io l'intascatore della tangente (per fortuna non mi è mai accaduto e non credo proprio mi accadrà mai perchè non ruberei caramelle a un bambino). Cordialità a entrambi e grazie per il contributo di riflessione che avete apportato.
  • cristiano comelli il 04/02/2012 21:37
    Ho cercato di immedesimarmi nella lacerazione che prova chi si penta realmente di avere intascato una tangente. Ce ne sono pochi, voi direte, e sia. Ma ce ne sono. Chi è senza peccato, diceva qualcuno infinitamente sopra la mia povera vita, scagli la prima pietra. Chi fa contrizione ammettendo il proprio peccato, a mio avviso, purchè il suo pentimento sia sincero e non nutrito dall'opportunismo, ha diritto a beneficiare di una possibilità di riscatto sociale. Alcune recenti vicende, ahimè, rendono il tutto estremamente attuale. Purtroppo.

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