Erano occhi
che guardavano il mondo,
spesso stanchi per
gli stupori negati,
frammenti di un'esistenza
colposamente vissuta.
Ed erano mani che amavano,
clandestine in un inverno senza sole.
Lavoravano, giocavano,
creavano a volte nuovo spazio
e nuovi tempi da assaggiare.
Alla fine soltanto numeri in fila
e un mucchio di cifre in una fossa.