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Onde del mondo

guardando in quel mare
lasciavo naufragare i ricordi
restando per ore a fissare
quelle onde di ritardi

come vorrei affondare
in quelle onde di pura agonia
come vorrei saltare
e dalla realtà fuggire via

tra la spuma marina
mi perdo, non voglio lottare
in quel mondo di farina
che dal vento si lascia disfare

quanta sofferenza nella natura
un urlo straziante
dell'umana paura
in un pianeta rantolante

una luce che si spenge
nel cuore del mondo
lasciando posto al buio
nell'abisso più profondo

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • salvatore maurici il 13/03/2012 19:01
    Le Onde del mondo di Andrea Pezzotta possono essere lette come la metafora dell'uomo che preso nella morsa dei pensieri e dello stress di tutti i giorni, anziché affrontarli indirizzarli e risolverli, preferisce prendere tempo e cullarsi con essi "restando per ore a fissare/quelle onde di ritardi", intanto il tempo passa e con esso la sua vita, gode della brezza marina che soffia ed arreca un momentaneo refrigerio ad un'anima in pena, intanto come diceva il Poeta, " naufragare m'è dolce in questo mare".

2 commenti:

  • Fabio Solieri il 03/09/2014 09:55
    Malinconica ma con tanta verità
  • Anonimo il 11/05/2013 17:56
    Copio e incollo Salvatore Maurici, con l'aggiunta di un banale apprezzamento per lo scorrere del mare... della poesia.