Risalgo la collina, senza fretta
passi brevi... scanditi,
uno dopo l'altro
tra erbacce e foglie secche
cadute su scalini di marmo
dai gradini ormai rotti da tempo.
Tacito pensieri ed emozioni
dimentico l'amarezza di parole.
La gola stringe... perché è lì
che si ferma la tristezza.
Mi sfiora l'ombra degli alberi,
come carezze e con lo sguardo
perduto in nessun luogo
cerco riflessi di me stessa
in quel cerchio di rame fluido
che nasce all'orizzonte
ed il mio viso scalda.