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Ricordando Enrico Mattei

Dio, come mai potrò ringraziarti
di avermi cosparso una mano
di orgoglio partigiano,
e l'altra
di voglia di far crescere
il paese che mi fu culla e carezza?
Quanto bene può esservi,
in migliaia di fusti
di petrolio e benzina?
Ricordi,
quando il destino
disegnò sulla mia ancor giovane vita,
la missione di trasformare un colosso petrolifero,
in un tetro, colossale funerale?
Non ti ubbidì, destino,
tre lettere mi rimbalzavano
come lo sciabordare assordante,
delle note di una dolce nenia,
che galleggiava sulla superbia
di preziosi idrocarburi.
Dire non so in quale notte,
mi instillasti il soave nettare
di essere forte
per un'Italia che abbisognava
di non scoprirsi più debole;
un'idea scintillava grande come il mare,
il pensiero del bene che potesse fare,
l'intelligente, responsabile impiego
dell'energia nucleare.
Cattolico fui,
per vocazione ed estrazione,
mai per semplice illusione;
alfiere semplice ma di schiena dritta
questo soltanto volli considerarmi
con la voce che mi mordeva dentro
invitandomi a disegnare
un futuro sorridente
sulla pelle della povera gente.
Ma il tempo ha sempre una fune,
da tendere sui tuoi passi indifesi,
vedere i proprii progetti
frantumarsi tra i rottami roventi
di un volo traditore,
che mai mi accorsi,
di non poter chiamare volo.
Fu allora
che il fumo rimasto della mia vita,
salì ad annerire
con lacrime impotenti
il cielo ingrigito di Bascapè.
Fui e sono Enrico, Enrico Mattei,
un po' dirigente, un po' imprenditore,
con il tricolore ben piantato nel cuore;
forse non mi si perdonò
la libertà che mi concessi di pensare
che questo nostro paese
bellissimo e inquieto
potesse davvero sognare.
Italiano,
fà che
come fu per me
non ti lasci mai il respiro
di un'Italia che desidera contare,
dove germogli un benessere i cui frutti,
abbiano il succo dell'impegno di tutti.

 

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4 commenti:

  • cristiano comelli il 21/02/2012 22:50
    Sottoscrivo in pieno, cara Anna, un grande uomo di cui il nostro paese avrebbe oggi un grande bisogno. E purtroppo avevo sempre sospettato che quell'aereo caduto dal cielo di Bascapè non si fosse schiantato accidentalmente, come da subito si volle fare credere. Enrico Mattei pagò purtroppo il fatto di amare questo paese. Non fu il primo e non sarà purtroppo l'ultimo. Cordialità.
  • Anonimo il 21/02/2012 22:45
    Da qualche anno è stato accertato che la sua morte è stata causata da un vero e proprio attentato. Con moderne tecniche hanno appurato, partendo dalla sua fede matrimoniale, che l'aereo era stato fatto esplodere in volo in volo! Un evento che il suo angelo custode( un amico partigiano che altre volte lo aveva salvato) non poté evitare. Si era messo con tutta l'anima contro le "sette sorelle" e si condannò a morte certa. Purtroppo! Grande Uomo.
  • cristiano comelli il 21/02/2012 18:53
    Mai come in questo momento, caro signor Mastrogiovanni che ringrazio di avere fornito un proprio, interessante e istruttivo commmento, l'Italia ha bisogno di fare appello alle energie migliori. Io, da sognatore, non dispero che queste energie migliori ci siano, energie alla Mattei, appunto; sembra quasi umorismo involontario dal momento che Mattei si occupò proprio di energia, ma tanto è. Direi che la figura di Enrico Mattei, sulla cui scomparsa prematura aleggiano ancora pesanti sospetti di "macchinazione" ovvero di deliberata intenzione di farlo fuori, debba essere fatta conoscere ai giovani d'oggi come esempio di laboriosità e di intelligenza a servizio del bene paese, talora come capacità di saper percorrere strade impervie e controcorrente come fece lui quando non demolì l'Agip come richiesto ma andò a fondare l'Eni. Caparbio, tenace, solidale, determinato, intelligente. Quanto ci vorrebbe Mattei nell'Italia di oggi che ha l'imperativo di rinascere. Cordialità.
  • Ugo Mastrogiovanni il 21/02/2012 13:26
    Un cuore di vero italiano che mai si rassegna alla perdita di un mecenate, di un cervello indivisibile dalla sua anima, di un uomo che aveva per scopo il benessere della sua patria e che proprio per questo era scomodo a molti. Non è più un'Italia che desidera contare quella di oggi; non germoglia in benessere e in frutti, mi vien da dire che "manca dell'impegno di tutti". Forse è questo il segreto che il nostro bravo poeta Comelli porta dentro ed è per questo che vive la sua poesia.

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