Il giorno in cui
lei si fa tentare,
facendo a lui quella mela mangiare.
Come se in quel favoloso paesaggio,
non ci fosse altro in assaggio.
Mai come quel di',
il solco tra cielo e terra
fu piu'profondo.
Non piu'verdi e piene di frutta vallate,
ma campi incolti e deserto tutto intorno,
freddo di notte,
caldo di giorno.
Per mangiare si incomincio' a cacciare,
mai più notti
eternamente sicure, asciutte e serene,
per difendersi da ogni male
in un'umida caverna si dovette abitare.
Tutto cio'che era gratuitamente
ben servito,
ora con unghie e denti acquisito.
Senza parlare del dolor di doglie,
che da allora e' toccato a ogni moglie.
Al sangue e sudore,
che per coltivare
sputa il piantatore.
Che da allora in poi,
si deve lavorare
per poter tutto comprare.
Tutto questo
grazie a due pazzi,
potevamo essere ingenui,
liberi come farfalle,
senza riempir
di lacrime la valle.
Avremmo potuto essere
sempre e solo in due,
tu e io,
io e tu,
sempre belli
come in gioventu'.
Certo pero'
c'e' da dire una cosa,
stare in benessere
per sempre in quel paradiso
tu e io,
dove la vita ogni giorno,
non avendo nulla da fare,
si riposa,
dove non ci sarebbe niente da dire,
e niente da sognare,
per quanto mi piaccia
sempre mangiare,
senza conoscer nessun peccato
neanche quello che ci ha generato,
PORCO BOIA!
CHE NOIA CHE BARBA... CHE BARBA CHE NOIA!